La microplastica : emergenza globale
Ormai mangiare pesce è diventata una scommessa : arriverà il momento che pulendo un branzino capiterà di trovarci la pancia piena di rifiuti plastici .
No non è fantasia : ogni anno finiscono in acqua da 8 a 10 milioni di tonnellate di spazzatura, il 75% della quale è plastica e c’e un dato di cui non si hanno ancora idee chiare : quanta plastica ormai finisce sui nostri piatti ?
Sea Shepherd , famosa organizzazione in difesa degli oceani rende noto che ogni anno l’effetto della dispersione di questo materiale in mare provoca la morte di 100 mila mammiferi marini e di un milione di uccelli. I rifiuti plastici colpiscono il 43% dei mammiferi marini, il 36% degli uccelli marini e il 100% delle tartarughe.
Da qui al 2025, 64 milioni di tonnellate di spazzatura finirà negli oceani. Una rete da pesca abbandonata rimane in mare anche 650 anni.
Il problema non è banale , non è la solita fissazione di ecologisti dell’ultimora , anzi questo stà diventando il problema dei problemi per la salvaguardia del nostro pianeta blu .
Il 3% della produzione annuale di plastiche finisce in mare e le nanoplastiche , queste particelle piccolissime che galleggiano in superficie sono diventate una “specie aliena artificiale” che sta invadendo i mari distruggendo la vita..e ovviamente diventano difficili da recuperare sia per quantità che estensione .
Ormai è notizia che nel Pacifico , tra le Hawaii e la California ( turismo a rischio ) c’è un’isola di plastica grande tre volte la Francia .
Si avete capito bene ben tre volte questa nazione ed è simile ad una zuppa che correnti oceaniche contribuiscono a concentrare sempre più: il dato ufficiale è di 80 mila tonnellate di plastica sia macro che micro.
Una concentrazione 16 volte superiore alle previsioni fatte prima che aerei e navi andassero a studiare e osservare il fenomeno più da vicino.
Volete dei dati più precisi ? Questa isola di plastica è composta al 53% da oggetti grandi ( 50 centimetri e oltre) ma le microplastiche ( meno di mezzo centimetro ) sono ovviamente le più diffuse e distruttive , si parla di una concentrazione di 1,8 trilioni di pezzi il che vuole dire che ogni abitante della terra ( tutti compresi ) hanno contribuito con 250 pezzi a testa .
Questo in superficie , ma in profondità che succede ?
Ovviamente i biologi hanno già accertato che questa zuppa va anche in profondità cambiando la catena alimentare e poiché in questa zuppa si riproduce anche il plancton, che è alla base di ogni forma di vita negli oceani , è probabile che la plastica sia ormai entrata a far parte di cellule e tessuti delle specie marine e quindi arriva alla fine anche nei nostri piatti e ci ritorna indietro come un boomerang .
Dulcis in fundo , un’isola di microplastiche si è formata ormai anche nel Mediterraneo , nella zona centrale del Tirreno .
Ancora la sua estensione è limitata ma fino a quando ?
Molte le associazioni e organizzazioni a livello globale che si stanno impegnando per limitare il problema , ma se non viene in aiuto la politica , gli enti preposti ed infine una coscienza da parte di tutti per limitare o usare/ riciclare plastiche biodegradabili , la battaglia diventerà ardua da superare . Che pianeta lasciamo in eredità alle future generazioni ?