coronavirus

Parlando purtroppo di coronavirus , già nel 2007 l’Organizzazione Mondiale della Sanità diceva che le epidemie virali e batteriche seguono il cambiamento climatico , cioè più si altera il clima e più si manifestano minacce di questo tipo sul pianeta.

Non è difficile capire il senso di queste affermazioni : il clima più caldo e umido favorisce il sorgere di infezioni ed epidemie anche nuove , difficili da controllare .

Normalmente sul nostro pianeta se un equilibrio in natura si altera, qualcosa di conseguenza subentra per regolarlo. E non sempre è cosa positiva per gli umani.

L’Oms ha individuato dagli anni 70 già ben 40 diversi tipi di virus che erano sconosciuti prima. Le variazioni di pioggia e umidità, il riscaldamento, cambiano le interazioni tra le diverse componenti biologiche. L’inquinamento atmosferico riduce le nostre difese immunitarie e trasforma i virus che si adattano rapidamente.

Non a caso epidemie come il coronavirus si sono diffuse in Cina dove sovrapopolazione e inquinamento fuori dai limiti innescano fattori negativi per la salute umana . Il vecchio equilibrio naturale è stato stravolto rendendo facili trasmissioni da animali ad uomo . Oltre il coronavirus in Cina si è diffusa anche la peste suina , ancora attiva e l’aviaria negli ultimi anni.

Dulcis in fundo l’uso di antibiotici a livello massivo per proteggere gli allevamenti ha prodotto virus super resistenti , preoccupazione notevole per il prossimo futuro . Solo con nuovi antibiotici e ricerca continua potremo difenderci , ma in un loop infinito di rincorsa.

L’obbiezione di molti è che tragiche epidemie l’umanità ne ha viste tante nel passato senza inquinamento e clima impazzito . Ma ricordiamoci che i virus abitano questo pianeta prima dell’homo sapiens e sono diffusissimi in ogni luogo in tante forme . Nel passato si mostravano aggressivi con epidemie sporadiche e distanziate colpendo popolazioni malnutrite e con scarsa igiene, adesso si registra un virus nuovo ogni anno ma diversamente da prima con alimentazione e igiene soddisfacenti ma sotto l’effetto di un clima sempre più caldo.

Coronavirus

Specie animali provenienti da diversi continenti si stanno diffondendo ovunque aiutati dal cambiamento climatico con il loro bagaglio infettivo e incrociandosi con specie autoctone creano nuovi virus e batteri , distruggendo i vecchi equilibri naturali quando predatori e prede si compensavano . La globalizzazione mostra il suo effetto negativo. Il riscaldamento globale scioglie i ghiacci artici e virus sconosciuti sepolti da milioni di anni stanno tornando alla luce sempre più frequentemente come molti scienziati affermano e si diffonderanno con le incognite del caso.

Il risultato è che avendo compromesso l’autoregolazione dei sistemi naturali, ci siamo messi in una situazione pericolosa.

Nelle città industrializzate ,in Italia nella pianura padana , le  polveri sottili prodotte dai combustibili fossili  sono responsabili di molte allergie  e purtroppo anche di centinaia di morti all’anno per problemi respiratori. Possono infatti ospitare molti microganismi, inclusi batteri, funghi e virus, che in genere provengono dal suolo, come quello dei campi concimato con fanghi dei depuratori fognari ( altra incognita ) . Se nel passato la convivenza e adattamento con i virus avevano tempi lunghi ora tutto avviene molto velocemente : l’homo sapiens ora non ha tempo per adattarsi e difendersi .

Sconvolgere la biodiversità è un errore grave per noi umani, perché si interrompe un’auto controllo naturale tra le diverse dimensioni biologiche. Siamo in tempo a fermarci e porre rimedio , non abbiamo altra scelta . Speriamo che l’homo sapiens di Manzoniana memoria tragga il meglio di se da questa esperienza del coronavirus e non continui da dare il peggio di se contro questo pianeta . Rimediare dando fiducia alla scienza e quindi ricreare sul pianeta il suo vecchio equilibrio naturale.

La traccia di questo articolo è stata ripresa e adattata da un articolo del 26 febbraio 2020 su Business Insider Italia scritto da Mariella Bussolati