Il Ministro dell’ambiente Sergio Costa si e’ visto approvare ieri finalmente dal Consiglio dei Ministri il suo disegno di legge “Salvamare”: i pescatori potranno finalmente portare a terra la plastica finita nelle reti.
Pensate che fino ad oggi i pescatori potevano essere denunciati per reato di trasporto illecito di rifiuti e pagare per lo smaltimento se avessero portato a questi rifiuti trovati nelle reti .
Ovviamente ben pochi si preoccupavano di smaltirli e quindi spesso tutto questo pericoloso materiale ritornava in mare .
Il disegno di legge prevede addirittura incentivi per lo smaltimento come un certificato di qualità ambientale per il pescato e altro .
Le associazioni ambientali si sono dimostrate molto soddisfatte per queste normative dove i pescatori diventano gli spazzini del mare e dove vengono responsabilizzati per combattere questo grave problema ambientale anche per loro interesse diretto .
Ricordiamoci che la microplastica è ormai stata trovata nei pesci, molluschi e addirittura sale da cucina. Ciò che gettiamo in mare ritorna purtroppo nel nostro piatto.
Il Mediterraneo si è dimostrato particolarmente sotto attacco per le elevate concentrazioni di microplastica essendo un mare chiuso e sono ormai quotidiane le notizie di mammiferi marini e tartarughe morti per aver ingerito plastica .
Il capodoglio femmina trovato in costa Smeralda la settimana scorsa morto con 20 kg di plastica nello stomaco è l’ultimo caso e purtroppo non sarà l’ultimo.
Ovviamente il decreto “Salvamare” và nella giusta direzione ma come dice Greenpeace : la montagna ha partorito un topolino : trasformare i pescatori in spazzini non è certo sufficiente per difendere il Mediterraneo dal’asfissia da plastica.
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Anzitutto la plastica che arriva in mare spesso è dispersa nei fiumi e torrenti .
Il Po’ in secca di inizi Aprile 2019 ha mostrato tappeti di plastica sulle sponde scoperte e anche i fondali dello stretto di Messina sono una pattumiera per colpa delle correnti marine che trascinano e concentrano tonnellate di rifiuti provenienti dalle foci dei torrenti .
Quindi la pulizia non va fatta solo in mare ma sopratutto a terra . Con il contributo di tutti nel nostro quotidiano con la raccolta differenziata .
Inoltre sono anche altre le iniziative da intraprendere: le multinazionali devono cambiare atteggiamento : bisogna ridurre l’uso della plastica e usare materiali biodegrabili e infine devono pagare pegno per la dispersione nell’ambiente dei loro prodotti . I guadagni a loro e all’ambiente solo i rifiuti.
Chi inquina paga , punto , il resto sono parole al vento.
E parleremo al vento se non cresce una coscienza civile in tutti noi per la limitazione dell’uso della plastica, la sua raccolta per riciclo e premiare le industrie che fanno conversione dei loro prodotti verso una mentalità green.
Il ministro Costa si stà adoperando nella giusta direzione ma ci aspettiamo ancora molto , molto di più per il nostro mare , per il nostro futuro .
Per approfondire la notizia : La Stampa Tuttogreen , del 5/4/2019 articolo di Franco Brizzio
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